allenamento: salite

Martina mi ha chiesto notizie sulle ripetute in salita, a me particolarmente care.
Semplificando molto per ragioni di sintesi, occorre capire quale utilità possa derivare da questo tipo di allenamento.
Il cuore è un muscolo e come tale, con tutte le peculiarità che lo contaddistinguono, va trattato.
Per aumentare la gittata cardiaca, quindi la quantità di sangue erogata nell'unità di misura, bisogna provocare stimoli che sollecitino
e potenzino questa naturale funzione.
Questo risultato, i cui vantaggi sono innegabili perchè la maggiore irrorazione dei muscoli pariferici implica l'utilizzo di più ossigeno e sostanze nutritive, può ottenersi raggiungendo elevate velocità in pianura, che tendono comunque a degradare con l'età.
Ecco perché si ricorre alle salite che sollecitano oltremodo il cuore e lo inducono a sforzi altrimenti non conseguibili.
Questo tipo di allenamento è tuttavia psicologicamente stressante perchè sottopone il fisico ad una sollecitazione intensa.
L'approccio deve essere, quindi, moderato e progressivo.
Sono sufficienti inizialmente 6 ripetute sui cento metri suddivise in due serie di tre.
Il recupero tra ogni ripetuta coincide con la discesa lenta, mentre quello tra le due serie in una corsa lenta di cinque minuti.
Ciò che importa è la spinta esercitata dalla gamba durante il movimento di rotazione all'indietro.
E' un pò innaturale, ma occorre evitare di ridurre l'allenamento a piccoli passetti che irrigidiscono e contraggono la muscolatura.
E' una sorta di di corsa a balzi non verso l'alto ma in allungo. Bisogna forzare l'estensione degli arti.
Questo aspetto è fondamentale anche se, lo ribadisco, può apparire inizialmente irragionevole.
E' sufficiente provare per comprendere la diversità degli effetti sulla tonicità e sulla contrazione muscolare.
Quando il fisico ha accettato questo tipo di fatica, che è soprattutto mentale, è possibile aumentare le serie secondo le combinazioni più congeniali, fino ad arrivare a 10-12-15 sprint consecutivi, non più suddivisi in serie, con recupero corrispondente alla discesa, ovviamente lenta.
Combinando le pendenze e le lunghezze possono ottenersi risultati diversi in funzione delle gare, ricordando sempre che l'impatto emotivo non deve essere traumatico altrimenti il fisico, meglio la mente, rifiuterà questa metodologia.
Giuseppe

grazie Giuseppe,sei stato molto chiaro